Abbiamo chiesto ad Ilenia Bollini, giocatrice professionista di RUGBY femminile e allenatrice dell'U8 dell'Amatori Tradate Rugby, se è possibile continuare a praticare sport, dopo la nascita di un figlio. Questa la sua risposta .....
L’ 11 gennaio 2017 sono diventata mamma per la prima volta.
Giacomo ci ha fatto una sorpresa, ha deciso di arrivare 6 settimane prima e di lasciarci un po’ spiazziati sugli ultimi preparativi. Il grosso era fatto, (grazie soprattutto a mio fratello che ci ha passato praticamente tutto il necessario) mancavano i dettagli ma fortunatamente metà della borsa per l’ ospedale l’ avevo fatta in qualche modo nella vacanze di Natale!
Comunque ben presto mi sono resa conto che prima di avere il nostro piccolino tra le braccia non saremmo mai stati veramente pronti…né con la borsa, (era troppo piccino per le tutine prese!) né con la cameretta piena di sacchetti e tutine nuove da lavare, né con la pianificazione della nostra vita…
Giancarlo è il mio compagno, io e lui possiamo definirci una coppia abbastanza sportiva, entrambi con la passione che ci ha fatto conoscere, il rugby. Entrambi giocatori, entrambi allenatori.
Io ho sempre fatto sport, ricordo che fin da piccoli mia mamma ogni fine estate guardava me e i miei due fratelli e ci chiedeva che sport avremmo fatto durante l’ anno “pensateci che poi una volta che vi iscrivo non voglio storie e lo fate fino a giugno! Occhei?!”
Quindi dopo la odiata piscina (e li mi ci hanno portato per anni!!), la ginnastica artistica, lo sci, il pattinaggio, il karate, la danza… ho conosciuto il rugby, relativamente tardi, finita l’ università.
A 22 anni infatti ho deciso che volevo provare uno sport di squadra, il rugby era in quel momento la soluzione più semplice..a Tradate volevano fare una squadra femminile, cercavano ragazze.. ho provato..tempo due allenamenti e non ne potevo più fare a meno!
Un paio di stagioni a Tradate con una manciata di ragazze (agli allenamenti non superavamo mai le 7 giocatrici), poi dopo avere visto una partita del 6 nazioni femminile, dove l’ Italia che schierava alcune ragazze che avevo conosciuto durante degli allenamenti fatti col Monza vinceva contro la Scozia, ho deciso che Tradate non mi bastava più!
Ho iniziato a giocare a Monza, 3 allenamenti a settimana più la partita con un gruppo di 30 ragazze. Una grande emozione! A Monza ci sono stata per 8 stagioni, ho giocato semifinali, poi finali e poi finalmente ho vinto uno scudetto, ho partecipato a selezioni della nazionale ed ho avuto la fortuna di coronare il mio sogno e giocare un europeo con la maglia azzurra.
In questi anni devo dire che tanto ho dedicato al rugby, mettendolo sempre al primo posto, ho rinunciato a cene, serate, feste, eventi, vacanze.. ma nonostante tutto, non mi è mancato mai nulla, il rugby mi ha sempre dato tutto quello che volevo: emozione, passione, serenità, divertimento e amicizia, e di questo tempo dedicato al rugby nulla mi rimprovero.
Poi ho scoperto che sarebbe arrivato Giacomo, e allora chiaramente ho dovuto smettere di allenarmi e di giocare, ma non ho lasciato il campo, continuando a seguire i piccoli rugbisti che allenavo e cercando di trasmettergli la mia passione. Ma devo essere sincera, l’ ho fatto per loro, ma anche per me stessa, perché non sarei mai riuscita a lasciare il campo così di punto in bianco dopo 10 anni.
Poi Giacomo arriva, ed è stato una emozione grandissima, qualcosa di mai provato.. una lampadina che si accende e che ti cambia il modo di vedere le cose in un secondo!
Te lo dicono tutti quando sei incinta “vedrai che poi cambi…” “vedrai che dovrai cambiare” “non potrai fare più questo o quello…” ok, ma una cosa è sentirselo dire, una cosa è provarlo sulla tua pelle!
E così è stato, come il rugby è subito diventato amore, passione e necessità così tenere Giacomo tra le braccia mi ha fatto capire che tutto il resto avrebbe dovuto aspettare, lui era la mia nuova priorità, il mio più grane amore, la mia più grande passione e necessità!
I primi sette mesi io e Giacomo li abbiamo passati sempre insieme, ci siamo studiati e conosciuti, e devo dire che grossi problemi non li abbiamo avuti, poi abbiamo dovuto optare per l’ asilo nido, io ho ricominciato a lavorare e con Giancarlo ci siamo organizzati per poter farmi tornare sul campo da rugby.
Oggi giacomo ha 10 mesi, io lavoro la mattina, e lui è al nido, poi passiamo il pomeriggio insieme e la sera o stiamo ancora insieme, o sta col suo papà mentre l’ altro dei due va al campo ad allenarsi o ad allenare.
Giancarlo ha diminuito i suoi impegni col rugby per darmi la possibilità di riprendere le mie attività. Io avevo bisogno di tornare sul campo, di tenere tra le mani un pallone e di correre.
E così è stato, ho ripreso ad allenare i bambini, ed allenarmi (per ora solo una volta alla settimana..poi vedremo) sto bene moralmente, mentre fisicamente devo ancora rimettermi in forma!! Ma la serenità e l’ impegno mentale di certo mi danno una carica non indifferente!!!
Mi piacerebbe tornare ad indossare una maglia e giocare una partita, ma non ho né fretta, né l’ intenzione di fare diventare questo desiderio un obiettivo con una data di scadenza..
Per ora affronto tutto come viene, come riusciamo a fare, e dico riusciamo perché anche Giancarlo ed i nonni si danno da fare per dare una mano ad organizzarci e, nonostante gli impegni, mettere sempre in primo piano le esigenze di Giacomo.
Poi penso ai miei eroi, alle mie due compagne di squadra, una mamma di due figli che affianco a me ha vinto il tanto atteso scudetto e che è da tre stagioni che cerca di smettere…ma poi si ritrova sempre ad indossare una maglia bianca rossa la domenica…e l’ altra, una atleta di alto livello, una mamma-atleta di alto livello, che dopo 10 mesi dal parto gioca un mondiale col figlio che la guarda dagli spalti…
E allora penso che tutto è possibile, basta volerlo, basta organizzarsi, basta impegnarsi…
E allora chissà che magari presto o tardi questa partita non ci scappi davvero…
Spero di non sbagliarmi, ma per ora non mi sento in colpa a riprendermi la mia vita, e ricominciare a fare ciò che mi ha dato tanto, perché è in questo modo che riesco ad affrontare con più serenità i momenti che mi tengono lontani dal campo e a godermi senza alcun rimpianto e senza nessuna distrazione ogni minuto passato con Giacomo.
Questa forza che mi da lo sport l’ ho conosciuta tardi, ma ora che l’ ho provata, non ne posso più fare a meno, è talmente importante, e mi è talmente necessaria che mi diventa difficile spiegarla.
Nello sport, in “questo sport “ io ho trovato una forza, una carica che utilizzo in ogni momento della mia giornata, della mia vita, mi tiene sempre attiva nei momenti di mille impegni, e mi fa godere il doppio i momenti di relax che sono quelli che passo col mio piccolo.
E poi ci sono le mille sfumature attorno al rugby, il famoso terzo tempo, le amicizie, le condivisioni, il lavoro di squadra dentro ma anche fuori dal campo… anche questi momenti sono bellissimi ed emozionanti e non appena possibile ce li godiamo insieme tutti e tre, Giancarlo, Giacomo ed io, e allora quei giorni di rugby e famiglia che si uniscono sono davvero il meglio del meglio!!!
Scrivi commento